“La casa, la stanza, diventano un luogo mio solo quando sono sola. Posso sdraiarmi dove voglio e riorganizzare le funzioni degli spazi e trasformare il salotto in un fondale marino. Ignorare tutto ciò che con me non c’entra nulla e creargli sopra un abito adatto per il mio modo di vivere la casa. E la casa e la camera mutano natura. Osservo per ore ogni crepa del muro, e ogni bagliore di luce riflessa dal vetro di un quadro. Ciò che vedi quando non guardi, quando non hai niente da vedere e gli occhi fanno ciò per cui sono stati creati, decifrare gli impulsi luminosi che riescono a catturare e che biologicamente ricadono nel buco nero della pupilla.”
La casa non è finita, nonostante sia delimitata dalle mura, la sua struttura si compone in continuo.
C’è molto di più di ciò che si può vedere.
La luce, elemento fondamentale per tale percezione, è impressa in una serie di immagini che indagano come essa possa essere sia un fenomeno naturale, incontrollabile e momentaneo, che una massa, concreta e modellabile, con cui alterare fisicamente uno spazio predefinito.
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nel buco nero della pupilla
Progetto fotografico ed editoriale per progetto di tesi.
Torino, luglio 2019
